Tinder ai tempi dell’uva acerba

Avete presente le commedie americane, quelle in cui il giocatore di football esce con la sfigata, magari perché ha perso una scommessa con gli amici? Poi lei lo scopre e lo manda a cagare ma è troppo tardi perché lui si è innamorato, (anche perché lei nel frattempo si è tolta gli occhiali e si è messa un vestito decente) avete presente? Ecco, non c’entra niente.

La storia che vi sto per raccontare narra di una Norma diciannovenne appena trasferita in un paesino di campagna dalla grande città e dell’idolo locale, la grande promessa del calcio di prima categoria del 1999.

Norma all’epoca lavora come barista, l’idolo locale fa l’idolo locale, tutti dicono sia bello, lui se lo dice anche da solo, mentre si specchia tra le bottiglie dietro di lei al bancone.

Passano dieci anni, i due se si incontrano si salutano, e nella totale indifferenza reciproca continuano le loro rispettive vite: lei partirà per l’Irlanda e tornerà sposata, lui smetterà di giocare a calcio e diventerà un ragazzaccio poco raccomandabile.

Passano altri dieci anni e la Norma come sapete, scorre il catalogo di maschi su Tinder quando riconosce il George Best de noantri e in preda ad un attacco di panico ecco che lo cestina immediatamente scorrendo verso sinistra… prima regola del fight club: non parlare del fight club.

Passano dieci giorni da quell’avvistamento su Tinder e arriva uno strano messaggio su messenger: un “Ciao, come stai?” da parte di costui, il primo “Ciao, come stai?” da quando i due si conoscono.

Considerando poi che i due sono “amici su facebook” da circa sette-otto anni, la cosa appare alquanto bizzarra…

-“Ciao GeorgeBest, bene grazie e tu?”-

-“Io bene”-

Dopo di che passano altre due settimane.

-“Ciao, come stai?”-

-“Bene, a parte il vento, tu?”-

Insomma, gli dò un appiglio, se non dobbiamo parlare di nulla almeno parliamo del tempo.

-“Bene, sto al lavoro”-… -“Ce propio un vento assurdo”-

Mi va di traverso il caffè tra un orrore grammaticale e l’altro ma arriviamo al dunque:

-“Non ho più visto il tuo ragazzo in giro, tutto bene?”-

-“Ci siamo separati”-

-“Ah, eri sposata?”-

-“Eh sì, dal 2008”-

-“Ascolta, te devo dire una cosa ma non so come la prenderesti…”-

-“Adesso sì che sono curiosa”-

-“Lo sai che mi sei sempre piaciuta?”-

-” A dire il vero non me ne sono mai accorta, anche perché forse questa è la prima volta che ci parliamo”-

“Io ti piaccio?”-

-” Non saprei, non ti vedo da almeno dieci anni”-

-“Ma intendo prima”- (ma prima cosa?) – “che fai non risp?”-

Deduco che voglia sapere cosa penso di lui, ma la realtà è che di lui non penso niente, non so niente e probabilmente non voglio nemmeno sapere niente.

-“Sempre pensato fossi carino ma non mi ci sono mai soffermata, e poi non ti conosco”-

-“A me tu mi piaci propio”-

-“Si scrive proprio”-

-“Proprio”-… – “Ai voglia di vederci per un’aperitivo?”-

Dio solo sa, quanto io mi stia trattenendo dal correggere quell’acca mancante e quell’apostrofo rosa tra un e aperitivo, ma odio i pregiudizi, non intendo fare la stronza né spacciarmi per sapiosessuale snob, magari in lui c’è qualcosa di buono, le voci di paese non vanno ascoltate più di tanto, se penso che lo scorso anno a detta di tutti, mio marito mi menava e io avevo fatto il bypass gastrico.

-“Vogliamo fare venerdì?”-

-“Venerdì o un compleanno, possiamo fare domenica?”-

(Domenica viene EtaBeta, non esiste.)

-“Nel weekend sono impegnata, vogliamo fare martedì sera?”-

-“Ok, non vedo l’ora di farti le coccole, ti interessa l’offerta?”-

Una coperta in lana merinos e una bicicletta con cambio shimano non ce la mettiamo? Prevedo già di raccogliere materiale per i prossimi post de La Callas canta e già mi viene da ridere.

Mi pento immediatamente di aver scelto il martedì perché c’è temptation island, il divano, il plaid, la tisana…quelle sì che sono coccole!

Onassis continua a mandarmi bollettini medici del suo stato di salute, vorrebbe di nuovo venire a trovare i cani, EtaBeta si presenta domenica pomeriggio con una bottiglia di champagne e grandi notizie: gli hanno proposto un lavoro in culo alla Luna e pensa di accettarlo.

Ah, e “se non mi offendo” posso andare a trovarlo, sarò sua ospite.

Del resto dopo tanta ospitalità scroccata mi pare il minimo da parte sua, offrirmi una vacanza all’estero e ribadire che la sua vita è questa, che lui ha bisogno di sentirsi libero e che per quanto la nostra sembri una relazione non lo è.

Cioè, lo è, ma è una relazione così.

Allora mentre mi racconta di donne che lo corteggiano e con cui esce a cena ecco che capisco che ho poco da sentirmi in colpa se faccio un pensierino sul sempliciotto di paese che non azzecca un’acca manco per sbaglio ma che almeno è qui, a portata di mano, disposto a scrivermi buongiorno ogni mattina e che non vede l’ora di vedermi.

Così gli parlo di questo appuntamento con GeorgeBest e di come è nata la cosa, lui ride ma sarà una mia impressione, poco dopo diventa l’EtaBeta più tenero dell’universo, disposto a cantare canzoni di Pupo e Toto Cutugno su Smule, addirittura baciandomi in video e insistendo affinché io lo pubblichi come a voler mostrare al mondo che sono sua. Lo sottolinea mentre facciamo l’amore che sono sua, ma forse per la prima volta mi sento finalmente mia e di nessun altro.

E il mattino seguente, al momento dei saluti mi dice sei sette volte di fare la brava, ma pensa un po’…non è che si sta cagando un po’ sotto?

E puntuale arriva il bollettino medico con la pressione di Onassis schizzata alle stelle dopo aver visto il video del mio status su whatsapp.

-“Chi è quel quattrocchi?”-

-“Ma che ti frega?”-

-“Da quanto va avanti sta storia?”-

-“Cosa? ma che vuoi?”-

-“Adesso capisco tutto, potevi anche dirmelo che non volevi venissi su a trovare i cani perché c’era lui”-

-“Hai presente a Marzo, quel foglio che hai firmato in tribunale? Ecco, in quel momento ci siamo separati.”-

-“Sì ma questo non significa che non faccia male vederti con un altro”-

-“Diosanto! TU LO DICI A ME?”-

-“Per un uomo però è diverso”-

-“Ah già, perché tu invece, l’anno scorso ti sei comportato da uomo, giusto?”-

-“Quanto ti piace recriminare, ti ripeto che tra me e Jackie è iniziato tutto solo quando io e te ci siamo lasciati…”-

-“A parte che nulla mi dà fastidio come chi continua a negare l’evidenza, non capisco cosa c’entra questa cosa con l’immotivata  gelosia che stai palesando…Io EtaBeta l’ho conosciuto quando ci eravamo già addirittura separati, quindi la cosa NON TI RIGUARDA PROPRIO!”-

E chiudo il telefono, tremo.

Non mi fa bene per niente, hanno ragione tutti, chiunque mi sia stato vicino negli ultimi mesi, lui è tossico per me, nocivo.

La gola si chiude, mando un messaggio vocale alla Clara e mi accorgo che balbetto, di nuovo.

Qui siamo al delirio puro, ci mancava solo questa…ma che è? Si svegliano tutti ora?

Quello che mi racconta delle donnine che lo broccolano e di lavori oltre oceano, ma che se esco a prendere un aperitivo con qualcuno mi dice che sono sua.

Il mio ex marito si è pavoneggiato per sei mesi su instagram co quella sciampista dalla lingua bucata, portandosela in vacanza in tutti i luoghi in tutti i laghi, e si permette di farmi una scenata di gelosia se mi faccio una pomiciatina col mio fidanzato ad orologeria mentre cantiamo che su di noi non c’è nemmeno una nuvola?

 

-“Ma che cazzo vogliono?”-

-“Qui me parono tutti scemi”- ride la Poliziotta mentre corriamo fino al terzo lampione…

-“vuoi vedere che il più sano è proprio GeorgeBest?”-

Sano non saprei, quantomeno sembra intero, anche se l’occhio appare leggermente brillo… Innanzitutto arriva con venti minuti di ritardo, non vedeva così l’ora di vedermi che proprio non l’ha vista.

Visibilmente in imbarazzo, forse non sa cosa dire, molto più probabilmente non sa come dirlo, quindi decide subito di bere.

Ordina un campari col gin, una robina leggera, che fa molto tossicodipendente in crisi d’astinenza, io vado sul classico e prendo un prosecco.

Gentile va al bancone a prenderlo e me lo porge, come lascia il bicchiere nella mia mano liberando così la sua, va dritto appoggiandola sulla tetta sinistra. La mia tetta sinistra.

Ora io mi sarei anche un filino rotta i coglioni.

Ok, ho le tette grandi, ingombranti, notevoli, ma non è che ha finto di sfiorarla, di urtarla o altro, no, lui ha fatto proprio la presa. Al bar.

Grazie al cielo non ci ha visti nessuno, mi alzo, mi siedo sull’altro divanetto e non so cosa dire, sono esterrefatta.

ATTENZIONE: Il dialogo seguente non contiene errori grammaticali poiché è trascrizione verbale.

-“Non pensavo fossi così bigotta”-

-“Credimi, sono tutto fuorché bigotta, ma è una questione di rispetto”-

-“Scusa, non ho resistito, non sai da quanto volevo farlo”-

-“no aspetta un attimo, non è che se prendo un aperitivo con te sei automaticamente autorizzato a toccarmi”-

-“pensavo di piacerti”-

-“Addio poesia…”-  alzo gli occhi al cielo, mi viene da ridere perché non so come uscirne,è cristallino, non mi piace per niente, con quel gesto molesto si è già precluso qualunque possibilità,  la barista è fuori a fumare, è martedì, fuori sta facendo buio, io non so cosa dire, ho anche un po’ di paura e alleno il ginocchio sotto il tavolino dove mi sono spostata, la mano tutt’altro che ferma tamburella il piano, non si sa mai che debba ricorrere all’autodifesa e sferrare la mia schiacciata uragano alla Mimì Ayuara su quella faccia predisposta.

Tuttavia temporeggio e provo una conversazione:

 

-“Parlami un po’ di te, ti avevo lasciato che facevi il calciatore, poi non ho saputo più nulla”-

-“No, col pallone ho smesso anni fa, quando mi sono infortunato”-

-“Non ti eri sposato anche tu?”-

-“Sì, l’anno scorso”-

(L’anno scorso? Oh Santiddio…)

-“E cosa è successo?”-

-“Ah boh, non lo so e non mi interessa…”-

Pare, dico pare da quel poco che ho capito, che lei lo abbia lasciato per un altro dopo solo tre mesi di matrimonio.

Le voci di paese dicono che lui non avesse più una lira, ma lui ha davvero poca voglia di parlarne, ha poca voglia di parlare in generale.

PRONTUARIO DEL BROCCOLAMENTO SBAGLIATO: FRASI DA NON DIRE AD UNA DONNA DURANTE IL PRIMO APPUNTAMENTO.

-“Certo che sei proprio migliorata” – (ripetuto due volte)

-“Ma se prendiamo una bottiglia e andiamo a casa mia?”- (così parliamo meglio…che già parliamo poco. Ripetuto cinque volte)

-“Ma levate sto giacchetto che voglio vedè bene la mercanzia”- (ripetuto tre volte, l’ultima quando stavo uscendo)

-“Che faccio allora la compro sta bottiglia?”- (una volta, mentre io ero già fuori)

-“Una come te dovrebbe fare carte false per uno come me che ci prova con lei”-

Quest’ultima frase è stata il colpo di grazia.

Ero già nei pressi della macchina quando ha provato ad infilarmi la lingua in bocca e rifiutare cotanto gentleman è stato un affronto a cui evidentemente non era preparato…così è partito con l’insinuare in me l’atroce dubbio: cioè, ma davvero questa “Busta de fave” si sta ergendo sul piedistallo da cui cadde nel lontano 1999?

-“Prego?”-

-“Dai… ma quando ti ricapita”-

-“Ma spero mai!”- 

-“Dove vai, dai che scherzavo, vieni qui, tu mi piaci un sacco da un sacco di tempo”-

-“Ma tu sei completamente scemo!”- con scatto felino e agile mossa apro la portiera e mi infilo al sicuro del mio bolide, metto la sicura e metto in moto.

-“Ma vaffanculo, va…”- ” Porca Veronica Luise Ciccone, sei veramente na’ troia!”- lo sento gridare.

-“Ma vaffanculo tu!”- “Ma tu guarda sto stronzo!”-  gli urlo dal finestrino mentre parto, questo sì che è un “addio stellare” direbbe il fidanzato della Marini.

Guido più veloce che posso, è buio, mi viene da piangere.

Anzi, piango.

Ne approfitto per fermarmi un attimo e bloccare tutti i contatti possibili a quel testa di minchia, lo blocco in maniera compatta, non può chiamarmi, scrivermi, contattarmi mai più.

-“Una come te…”-

Una come me cosa?

Sola? Disperata? Brutta? Qui siamo oltre ogni offesa, una come me, una come meeee?

Ma chi ti conosce? Ma chi sei? precedenti penali e alcolismo, ex promessa del calcio dilettantesco, cassintegrato che vive ancora sulle spalle dei genitori, un matrimonio naufragato dopo tre mesi con una badante rumena, sarai pure stato carino un tempo, ma non sai né scrivere, né parlare e no, non ci sai nemmeno fare!

Ma che diavolo ci faceva una come me a bere con uno come te?

Arrivata a casa mi parte la Celine Dion, i biscotti cioccolato e arancia, la bottiglia di vino lasciata da EtaBeta, Valeria Marini che ripete su canale 5 che il suo fidanzato lampadato è un cretino con quattordici crrr.

Tiro fuori tutto, rimetto tutto a posto.

Fumo tre sigarette di fila, mi sfogo, mi viene da piangere andando a ritroso dalle scuole medie ad oggi, passando per quel matrimonio finito così, di punto in bianco.

Ed è più forte di me, mi prendo tutte le colpe di questo mondo, un senso di vergogna mi assale, mi sento colpevole.

Io non ci dovevo stare più in questa situazione, io non me la merito questa ricerca, io mi sono rotta i coglioni di cercare qualcosa, non sapere che cosa e sentirmi sbagliata ogni volta che penso di fare la cosa giusta. Cosa diavolo non va in me? in UNA COME ME?

Ma pensandoci bene…siamo sicuri si tratti di me?

La favola della volpe e dell’uva la conosciamo tutti.

 

-“Che fai Domenica sera, ragazza?”-

-“Non lo so EtaBeta, ma di sicuro avrò il ciclo”-

-“Beh, se ti va, vengo a trovarti lo stesso…dipende da te”-

 

Quando due trombamici si vedono solo per due coccole, un whiskey, una cantatina su Smule e si addormentano abbracciati si possono ancora considerare tali?

Quando un ex marito ti telefona per dirti che la devi piantare di sbandierare la tua felicità perché lui rischia di infartare, si può considerare definitivamente un ex?

Quando rifiuti qualcuno sei una troia?

No, sì, no.

Tu sei uva, un’uva fantastica.

Qualche volpe ci arriva, sa come arrampicarsi sulla vite e sa come mangiarla.

Qualche procione c’era arrivato, l’ha mangiata ma poi ha preferito mangiarsi le mele bacate ai piedi di altri alberi, rimpiangendo quell’uva per sempre.

E poi c’è il volpone che ha tentato di arrivarci, non c’è riuscito e ha detto che era acerba.

Ma ciò che conta è questo: UNA COME TE, è uva.

E chi non lo capisce, chi sbeffeggia, chi si incazza, chi offende e molesta non è altro che una volpe cretina.

Con quattordici crrrr.

 

 

 

 

 

 

 

Ci rivediamo tra due settimane, sempre martedì alle dieci.
Baci (o addii) stellari

Norma Castadiva
 

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26 commenti su “Tinder ai tempi dell’uva acerba

  1. Giuggiola il said:

    La tua vita é meglio di qualsiasi romanzo!
    Rimango basita di quanto alcuni uomini possano cadere in basso e da come noi tutte cadiamo nelle loro trappole!
    Sei uva, siamo uva.
    Non vedo l’ora di leggere il prossimo capitolo!!!

  2. Uvaspina il said:

    Finalmente è martedì! !! Aspettavo impaziente questo momento per sapere cosa fosse successo dai tempi del Karaoke e rimango basita nello scoprire che ora siamo all’idolo locale, ricco solo di apostrofi e povero di acca e buone maniere, che non riesce proprio ad arrivare al magnifico grappolo. Il suo triste destino sarà rimanere attaccato a ‘sta vigna mentre tu cara Callas potrai decidere se essere ferma, amabile o frizzantina! Saluto tutti e vado a comprare l’uva in attesa del prossimo martedì.

  3. Flavia il said:

    Questo capitolo è davvero assurdo, mi sono riconosciuta in un’esperienza analoga: anni fa mi sono trovata in una macchina con un tipo del genere che mentre mi riaccompagnava a casa mi metteva la mano sulla coscia… l’appuntamento era un disastro, non mi piaceva, non gli avevo nemmeno dato il mio indirizzo vero perché avevo paura di rivederlo ma al momento dei saluti, quando ho provato a rifiutarlo con tutto il tatto del mondo mi sono sentita dire “allora perché sei uscita con me?” :/
    come se accettare un invito fosse davvero un’autorizzazione in automatico.
    Per fortuna ha incassato il rifiuto senza forzare, ma da quel momento anche lì sono iniziati quegli insulti velati riguardo la sottoscritta, “chissà da quanto non lo fai/ non credo troverai di meglio/per caso sei frigida/però la cena te la sei fatta offrire”……. terribile, sentirsi in colpa per qualcosa che non va come vorremmo, vergognarsi per un motivo che non esiste.
    Grazie Norma, SIAMO TUTTE UVA!

    • Però la cena te la sei fatta offrire…come se uscendo con qualcuno che VUOLE offrirti una cena tu ti debba sentire in dovere di sdebitarti! Allora fate una bella cosa, pagate alla romana se avete il dubbio di beccarvi un due di picche invece di stare a recriminare.
      Pazzesco.
      Siamo tutte uva <3

  4. posso spezzare una lancia a favore degli uomini? no, xkè mi pare un post che giustamente scritto al femminile accusa il genere maschile come esclusiva nel ruolo della volpe…ora, lo so che tu norma non intendevi questo quando nei commenti scrivi ma ti assicuro che da uomo, uscito a cena con una ragazza molto attraente, che non ha avuto l’ardire (ne lo stimolo) di provarci e che poco dopo ha sentito dire in giro che lei aveva fatto circolare voci riguardo la mia ambiguità sessuale… che siamo TUTTI uva e che questo mondo è pieno di VOLPI e VOLPONI.
    (Onassis non lo commento, quello è proprio un procione)

  5. Best Emmione il said:

    Confermo esperienze simili. Volpi e volponi non hanno sesso. Né logica, ahiloro, nel momento in cui pensano di “punire l’affronto” (che consisterebbe nel non starci o nel non provarci) tentando come ultima spiaggia di umiliare i malcapitati. Donne squallide pronte a dare del “frocio” o dell'”impotente” a chi di fronte alla loro femminilità avvelenata marcia prova un sano e giustificato disagio ce ne sono ad ogni angolo. Oso dire: ad ogni strada. L’episodio descritto in questo capitolo, tuttavia, non è nulla meno di una rasoiata alla gola ed il punto è: perché continuano ad esistere “colleghi” uomini che si sentono autorizzati a comportarsi alla maniera di quello scroto ripieno? Perché non si impiccano prima di decidere di andare a far danni simili? Perché continuano a sbraitare insulti dietro a chi sta scappando dalla loro trappola rivelando la reale consistenza della merda di cui sono composti al 106%? Perché in cura poi deve andarci sempre chi è sano, dannazione? Ok, il fatto che il mondo sia una giungla e che le palle troppo piene diano un po’ fastidio legittima forse a non farsi scrupoli con nessuno? L’ALTRO non lo si può mai conoscere fino in fondo, il rischio di devastarlo innescando la miccia di una possibile intima fragilità non può essere in alcun modo corso. Battaglie per il rispetto della dignità umana ovunque, slogan a caratteri cubitali, “non una di meno”, “metoo” diritti LGBTXYZ e poi per avere uno straccio di lavoro è sufficiente non avere alcun titolo e mettersi a 90°? Ok, chiudo qui, dico solo che al posto dell’insaccato responsabile della sciagura descritta mi bisunterei con un bel quintale di crema protettiva contro i raggi UVA.

    • “L’ALTRO non lo si può mai conoscere fino in fondo, il rischio di devastarlo innescando la miccia di una possibile intima fragilità non può essere in alcun modo corso. ”
      Ecco, appunto, caro Best Emmione, alcune persone non si pongono il minimo problema, non sanno cosa sia la sensibilità, continuano a specchiarsi tra le bottiglie dietro ai banconi dei bar e nei riflessi delle vetrine dei negozi, convinti di conoscere così bene loro stessi da non capacitarsi di come gli altri possano reagire alle loro azioni.
      Lasciamo stare GeorgeBest, che è il caso umano meno umano che abbia mai incrociato, ci vorrebbe un corso di empatia obbligatorio in tutte le scuole.
      E un corso formativo di buone maniere.
      SIAMO TUTTI UVA.

  6. REGINADELCELEBRITA' il said:

    Ciao Callas!
    Sono particolarmente sensibile a questo argomento e come madre di un figlio maschio ho iniziato una crociata di educazione al valore della donna e al suo rispetto. ( anche gli uomini vanno rispettati,è chiaro, J.R. mi trova totalmente d’accordo, ma lasciamo un attimo da parte questo discorso).
    Riprendo le parole del tuo “geniale” ex marito :” per un uomo però è diverso”
    Odio dirlo ma…ha proprio ragione. Chiaramente lui ha detto una stronzata e non gli ha dato neanche peso ma è stato per me uno spunto di riflessione.
    Se una donna decide di organizzare un appuntamento con un uomo,è una troia
    se una donna decide di starci al primo appuntamento, è una troia
    se non ci sta, è una troia
    se esce a cena ma non ci sta, è una troia opportunista
    se esce a cena paga la sua parte e non ci sta, è una stupida troia
    se esce a cena non paga la sua parte e ci sta, è una gran troia
    Un uomo sarebbe un figo,un gentlemen,uno che sa il fatto suo, un boccone ambito (e quando ti ricapita!)
    In qualunque modo una donna si muova, al contrario, avrà stampato in fronte un epiteto ben chiaro,una lettera scarlatta cucita ad hoc. Il motivo per me è solo uno: siamo considerate oggetti. Sono tua,anche se vieni a raccontarmi delle tue donne e lo sono di più se senti messa in discussione la tua esclusività. Sono tua perchè, mio malgrado, siamo stati sposati e lo sarò sempre perchè siamo stati sposati. Sono tua perchè ho deciso di bere una cosa con te, tanto da potermi toccare le tette come fossero merce di scambio.
    Ecco a me questa cosa ha rotto i coglioni! Se le vostre mamme vi hanno insegnato che una donna è un elettrodomestico grazioso da tenere in casa che lava e stira e cucina state davvero sbagliando tutto. Ripeto sempre a mio figlio: non sei focomelico puoi farlo anche tu amore! Lui ha 5 anni e lo capisce..riuscite a batterlo? Se le vostre mamme vi hanno insegnato che per voi uomini “è diverso” sappiate che l’istinto sessuale ce lo abbiamo anche noi solo che a volte ci ripugnatesemplicemente non ci piacete. Fatevene una ragione! Con un bel corso di autostima lo capirete sù! Ce ne sono pure on line. Se le mamme vi hanno insegnato che papà è l’uomo di casa e comanda e quindi voi non riuscite a tollerare un NO (una disobbedienza) sappiate che vi hanno preso per il culo proprio come facevano con vostro padre che non sapeva manco quanto pagava la vostra retta a scuola ma la mamma si faceva bastare i soldi anche per concedersi una spesa per sè. Se le vostre mamme vi hanno insegnato che il principe azzurro va e si PRENDE la sua principessa sappiate che i tempi sono cambiati. Le principesse( vestite in tuta con i capelli frettolosamente raccolti in una coda perchè hanno talmente tante cose belle da fare che si sono dimenticate dello smalto) vengono da sole se a loro va. Al limite si PRENDE l’autobus o il treno. E infine una donna non è VOSTRA. La propietà privata è un’altra roba, un concetto a volte così anacronistico che manco la casa dove abito è di mia proprietà…lo sarà forse dopo 30 anni di mutuo! Figuratevi una donna.
    Insomma cara Callas, ci sarebbe da dire un mondo,scusa la lungaggine. E’ che è davvero dura far capire a tutti (donne comprese) che la donna non è solo “fashion” e l’uomo non è solo “action”. Ma sono assolutamente d’accordo con te. A questi quattro cinghiali che vorrebbero sgrufarsi l’uva ai primi filari facciamo capire che noi siamo moooolto più in alto,sopra un bellissimo pergolato. SIAMO TUTTE UVA! 😉

    • Standing ovation.
      Il concetto di proprietà, la merce di scambio, la molestia, io ti offro una cena tu che mi dai? sei mia? per quanto tempo? e se esci con un altro fai la brava vero?
      Eri mia, ti ho lasciata, tradita, umiliata, ferita, però mi fa male vederti ridere e cantare con un altro perché adesso che c’ho la pressione alta rischio di infartare a sapere che ho perso la badante per me e pure per mia madre che tanto mi ha insegnato che la donna è questo e che per un uomo è diverso.
      Hai accettato un appuntamento con l’apostrofo? ecco, è ovvio che ti piaccio, hai detto che sono carino quindi ti posso toccare una tetta, come? ti scansi? sei bigotta! cosa? non vuoi venire a casa mia? maddai, una come te che schifa uno come me? io che ero l’idolo locale del 99 già è tanto che t’ho fatto il favore di considerarti!
      Eh sì, come la metti la metti, hai centrato tutti i punti, è ovvio che sia donne che uomini sono volpi, volponi, uva bianca, uva rossa, quello che ti pare, ma la donna è sempre un filino (dico un filino) più a rischio recriminazioni.
      E allora ripeto, difendiamoci da chiunque tenti di minare le nostre convinzioni, facendo leva sulle fragilità e le insicurezze altrui senza nemmeno considerarle.
      #rispetto #siamotuttiuva

      • ce ne fossero state di più a cavallo tra gli anni 70 e 80, di madri come te…oggi non ci troveremmo a farci cadere le braccia ogni volta che qualcuno si trasforma in volpe.

  7. Misantropa il said:

    Questa storia mi ha fatto ripensare a molte e dico molte cose… quando ad esempio ricevevi da ragazzina carezze decisamente fuori luogo da vecchi zozzi che frequentavano la tua famiglia e che, se si accorgeva tua madre ai vecchi intimava calci nel culo e venivano allontanati… Oppure quando invece la zia ti raccontava di carezze e buffetti sul seno la cui risposta pronta era un calcio sulle p**le. C’è ancora tanta strada da fare. Grazie Norma, tu sei sulla giusta strada #siamotutteuva

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